Di seguito la seconda e ultima parte dell’articolo di Aaron Marks per designingsound.org
Oltre a scegliere un microfono pratico e di alto livello (come discusso nella prima parte di questo articolo) l’altra metà dell’equazione per una buona riuscita del field recording è la scelta di un registratore fidato. Le moderne tecnologie di registrazione portatile hanno fatto grandi passi in avanti negli ultimi anni, oggi si ha la possibilità di poter utilizzare macchine in grado di catturare il suono a risoluzioni altissime, di fatto però, la scelta di un registratore è divenuta molto più difficile. Come per i microfoni, anche per i registratori ci sono innumerevoli motivi per scegliere un modello rispetto un’altro e la scelta poggia sempre sul come e cosa si deve registrare. Una volta definite le variabili la scelta dell’apparecchio da usare potrebbe essere ovvia, tuttavia i field recordist per stare sicuri si portano appresso sempre più di un solo modello.
Caratteristiche del registratore
Un registratore può avere caratteristiche che vanno dal “molto semplice” all’ “estremamente complesso” e a seconda dei casi è bene valutare cosa è meglio. In alcune situazioni una tecnologia troppo “avanzata” potrebbe essere una cattiva scelta, specie se dovete lottare con i setting della macchina o con pulsanti inaccessibili mentre siete in costante movimento. Avere una macchina configurabile in mille modi può essere molto interessante, ma perché portarsela dietro se non serve? Lavorare con apparecchi meno complicati aiuta a concentrarsi meglio sul suono e meno sul registratore.
- Facilità d’uso. Le cose a cui pensare in una sessione di registrazione sono moltissime, il registratore non deve in alcun modo monopolizzare i vostri pensieri. Ad esempio l’Aaton Cantar è un gran registratore, ma è molto complicato e ci vuole un bel po di esperienza prima che questa macchina diventi la vostra seconda natura. Lo stesso vale per apparecchiature troppo semplici, come lo Zoom H4n, che con i suoi menù e sottomenù potrebbe rallentare molto il vostro lavoro. Bisogna sempre scegliere in base alle esigenze, bisogna puntare alla possibilità di fare regolazioni e cambi di batteria nella maniera più semplice possibile.
- Capire la necessità del numero di tracce da registrare. In genere un registratore a due tracce basta per fare field recording, avvolte però se ne rendono necessarie quattro o più. Bisogna sempre assicurarsi che il registratore abbia il numero necessario di tracce e soprattutto che si possano registrare tutte simultaneamente, infatti alcuni apparecchi dichiarano otto tracce ma ne registrano solo sei contemporaneamente ed alcuni modelli per farlo devono essere abbinati a mixer esterni. Se servono più di otto tracce contemporanee assicuratevi di scegliere un registratore che si possa linkare con un’altra unità per raggiungere il numero di tracce desiderato.
- Connessioni. Scegliere un registratore con le giuste connessioni per i microfoni che si usano deve essere, ovviamente, la prima preoccupazione. Ma qualora si rendesse necessario dover usa un’unità esterna di alimentazione, un mixer, se dovete interfacciarvi con altri registratori o computer, magari tutti in sincronizzazione tramite timecode, diventa imperativo assicurarsi che ci siano tutti i buchi necessari per attaccare il groviglio di cavi che avete pianificato di connettere. Nell’ipotesi in cui siate obbligati a prendere un modello particolare, la cosa potrebbe influenzare la scelta del microfono e dei cavi, allora bisogna assicurarsi che si abbiano tutti gli adattatori giusti per fare le interconnessioni corrette.
- Alimentazione Phantom. I registratori con l’alimentazione 48v incorporata vi danno la possibilità di far funzionare i microfoni che la richiedono, sfortunatamente non tutti i modelli hanno questa caratteristica. Alcuni microfoni funzionano con una batteria interna che sostituisce la Phantom, ma se non si dispone di un modello autoalimentato allora l’unica soluzione sarebbe l’unità esterna di alimentazione che però potrebbe influire sulle vostre scelte in maniera incisiva, soprattutto se si è deciso di partire con un’equipaggiamento leggero.
- Effetti integrati. Alcune volte, avere integrati nel registratore, compressori, limiter o EQ può rivelarsi molto vantaggioso, e se si riesce a capire prima la necessità di tali effetti, bisogna assicurarsi di che il modello scelto li abbia. I limiter possono rivelarsi una salvezza, soprattutto nei momenti in cui si calca la mano sul gain; e un filtro passa alto può essere utilissimo in situazioni in cui il rumore del vento diventa un problema.
- Pre-roll. Alcuni registratori sono equipaggiati con una funzione di pre-roll, questa funzione dà la possibilità di catturare il suono che pensavate di aver perso. Quando il registratore è in stand-by, l’apparecchio registra in un buffer di 6-8 secondi o minore ad alte risoluzioni. Dopo aver terminato la registrazione, il registratore scrive in testa al file, sulla memory card, le informazioni aggiuntive che erano presenti nel buffer al momento dell’inizio della registrazione. La chiave per usare questa funzione è semplice, se ci si accorge che si sta per perdere il suono interessato, non bisogna andare nel panico e fare rumore, bisogna semplicemente stare calmi premere “rec” e rilassarsi.
- Headroom. Distorsioni e clip possono rendere inutili le registrazioni effettuate. Alcuni registratori sono progettati in economia e non danno la possibilità di registrare suoni molto energici. Se si hanno in agenda sessioni con suoni molto forti bisogna assicurarsi che l’headroom del registratore gli permetta di assolvere questo compito.
- La manopola del gain. Le manopole o i fader danno la possibilità di regolare il gain in maniera morbida mentre si registra, sia che siate delicati o meno. Alcuni registratore pro-sumer, non sono equipaggiati di tali vitali strumenti ed il gain va regolato con alcuni pulsanti che, per quanto possiate essere delicati, spesso sono molto rumorosi. Ovviamente ci sono casi in cui non è un problema, ad esempio quando si registrano tracce d’ambiente in cui la tecnica è “regola e dimentica”.
- Formato dei file. Per una migliore qualità alte risoluzioni di campionamento e bit sono preferite. 44.1Khz e 16Bit sono il minimo a cui si deve aspirare, ma oggi c’è una grossa domanda di files a 96Khz 24Bit, che sta diventando lo standard. Si preferiscono file .wav non compressi, ma alcuni registratore per motivi di progettazione, permettono di registrare solo in MP3.
Memorie digitali e capacità di back up.
Il modo in cui si archiviano i file registrati è una pratica molto personale, in ogni caso la più semplice è quella di trasferire il tutto su PC per fare editing e catalogazione. La possibilità di connettersi via USB, Firewire o memory card è ormai diventato uno standard, esistono ancora ottime apparecchiature che lavorano con DAT, CD/DVD-R o MiniDisc. Le memory card o gli Hard disk interni sono più pratici da usare, specie quando si trattano file di grossa dimensione, dove grazie a drag and drop la gestione di tali file, diventa molto semplice. I DAT, da esempio, sono ancora molto validi, lo svantaggio sta nel trasferimento dei file, che avviene in tempo reale, si mette in play il registratore e si registra contemporaneamente su workstation. Lavorando così si può tranquillamente andare a mangiare qualcosa nel frattempo.
In definitiva, la ricerca è quella di un supporto abbastanza capiente e veloce specie quando si lavora ad alte risoluzioni, ad oggi Compact Flash e SD card sono le tecnologie che riescono ad assolvere questo compito; capienti e a buon mercato.
Alimentazione
I registratori portatili sono incredibilmente assetati di corrente, soprattutto quando lavorano sincronizzati con altri registratori messi in cascata. Capire quanto consumerà l’impianto che si userà, sapere come risponderanno le batterie in caso di temperature estreme e il modo di ricarica, sono i fattori principali per operare una buona scelta dei dispositivi di alimentazione.
La maggior parte dei dispositivi portatili ha batterie interne, sia ricaricabili che monouso. In alcuni modelli la sostituzione e molto semplice, in altri la sostituzione è un po più complicata, bisogna aprire lo scomparto batterie, magari con qualche attrezzo e staccare dei cavi. Alcuni hanno un’attacco esterno per l’alimentazione, che diventa molto utile nel momento in cui non è possibile cambiare le batterie rapidamente o quando si pianificano lunghe sessioni di registrazione. Questo tipo di sistema da la possibilità di attaccare diversi tipi di batterie, l’unico prezzo da pagare è l’aumento del carico del vostro equipaggiamento.
La regola elementare nelle lunghe sessioni di registrazione è avere a portata di mano tante batterie. La maniera più semplice per rispettare questa regola è quella di portare più batterie di quelle che si pensa di dover usare, soprattutto quando non si ha la certezza di disporre della rete elettrica per poter ricaricare. Inoltre è necessario portare una buona scorta di batterie tipo AA o 9V per alimentare microfoni o altra attrezzatura che necessita si corrente.
Uno degli scherzi più crudeli di madre natura sui field recordist è l’effetto che le temperature estreme attuano sulle batterie e sugli strumenti che esse alimentano. Gli strumenti che scaldano molto se messi in ambienti con temperature molto alte possono devastare internamente le batterie che non funzionerebbero più in maniera efficiente, si potrebbero addirittura “cuocere” gli elementi chimici mettendole completamente fuori uso. Le batterie al Litio e NiCad lavorano bene in situazioni di freddo estremo, NiCad e NiMH invece non riescono a ricaricare bene in ambienti freddi. Se si prevedono temperature estreme è bene fare una buona ricerca sul tipo di batterie da utilizzare.
Dimensione dei registratori
Quando peso e dimensioni non costituiscono un problema un carrello pieno di attrezzature audio è quello che serve per ottenere un lavoro benfatto. Se l’esigenza è quella di muoversi, come la maggior parte dei field recorder fa, allora è meglio stare leggeri. Non molto tempo fà, bilanciare una buona qualità audio con il peso e le dimensioni delle macchine, era una bella sfida da portare avanti. Oggi però c’è una buona notizia, sul mercato ci sono una quantità di registratori,veramente portatili, che vi sorprenderanno.
Una buona idea è quella di considerare le dimensioni e la portabilità durante la pianificazione. Li dovete portare addosso tutto il giorno? Bisogna comprimersi ed infilarsi in spazi ristretti per riprendere il suono? Le batterie esterne aggiungeranno molto peso? Ci saranno altre attrezzature come matrici per microfoni, preamplificatori, mixer o ricevitori wireless che aggiungeranno altro peso? La risposta a questo tipo di domande aiuta a capire quale registratore scegliere anche in base a tutto il resto di equipaggiamento che si intende portare.
Resistenza
Mi verrebbe da pensare ai field recorders come a degli operatori di carico e scarico bagagli, ma è giusto puntualizzare che, non importa quanto si è attenti e delicati con il proprio equipaggiamento, le cose accadono. Durante il caos dell’imballaggio, del carico, del trasporto, dello scarico e di tutto quello che succede nel mezzo, capita che i costosissimi registratori prendano qualche botta. E pieno di registratori economici disponibili in vendita, tuttavia bisogna tener bene in mente che, se sono così economici, ci sarà un perché. Le scocche di plastica non durano molto e pulsanti o connessioni tendono a rompersi. Se si aggiunge la distrazione, dovuta alla “battaglia“ che si sta conducendo, si hanno buone probabilità che qualcosa venga distrutto.
Se s
i predice una sessione di lavoro folle, è bene scegliere un registratore che la sopporti. Uno chassis di solido metallo è un ottimo inizio, se si aggiunge anche una borsa fatta ad hoc per il registratore, oltre ad avere un’imbottitura e comode tasche aggiuntive, si aumenta un po la resistenza all’umidità. Naturalmente ci sono modelli come l’Aaton Cantar che sono progettati per lavorare bene anche sotto la pioggia senza bisogno si nessun tipo di copertura.
Se si registra mentre si cammina, si corre o si sta nel retro di un furgone che balla fuori strada, bisogna tener conto della resistenza agli urti nella scelta che si opera. In ogni caso non importa quanto sembrano essere resistenti, bisogna ricordare che le memorie su cui si scrivono i file, anche le Compact flash non sono molto resistenti agli shock, infatti ad esempio queste, potrebbero perdere momentaneamente la connessione con i punti di contatto e provocare glitch o addirittura corrompere il file, anche DAT e CD/DVD-R non sono da meno, purtroppo nulla è immune a questo tipo di problematiche.
Comfort
Per finire, trascinarsi dietro apparecchi con spigoli affilati, contorcersi per raggiungere pulsanti ed interruttori che sono così piccoli da non poterci neanche lavorare sopra, guardare con fatica display minuscoli, avere borse ruvide che si strofinano sempre nello stesso punto, cuffie che schiacciano la testa come una morsa, cavi costantemente aggrovigliati e tutto ciò che può darvi fastidio stando fuori tutto il giorno, è abbastanza per farvi impazzire. Anche le costosissime borse con imbottiture sulle tracolle e materiali flessibili possono strofinare in materia deleteria.
Si può avere un’animo avventuroso, si può essere dei duri e mangiare unghie per colazione, ma bisogna sapere che anche la più piccola escoriazione cutanea può portare distrazione e togliere energie dalla sessione di registrazione, bisogna tenere sempre ben in mente il comfort quando si sceglie l’equipaggiamento, a meno che non si vuole soffrire per la propria arte.
Accessori
Microfoni? Apposto. Registratore? Apposto. Batterie e memorie digitali? Apposto. Dimentico qualcosa? Ci puoi scommettere. Registrare in studio non ha nulla a che vedere con l’incubo logistico che i field recordist devono affrontare. Se si rompe qualcosa si va nell’armadio e se ne prende un’altro, nel peggiore dei casi, bisogna fare un salto al negozio di musica più vicino. Se qualcosa si rompe nel bel mezzo del nulla, la cosa diventa un pò più complicata. Quindi quando ci si prepara ad uscire, è bene prevedere cosa potrebbe andare storto e preparare una soluzione al problema.
Di seguito una lista di cose da consultare quando si prepara il kit per il field recording.
- Registratore di scorta – se non avete due modelli uguali, portarsi dietro qualcosa che faccia il lavoro con la stessa dignità.
- Microfono di scorta – nel caso in cui il microfono principale si rompesse o nel caso in cui servisse un microfono con delle caratteristiche diverse; portare anche pezzi di ricambio.
- Sospensioni antivibrazioni – portare sempre elastici di ricambio per la sospensione, meglio portare un’altra sospensione nel caso in cui servisse un’altro microfono.
- Coperture anti-vento – portare sempre tutti i tipi di coperture anti-vento disponibili poiché non si sa bene quanto ne soffierà.
- Stativi e aste – per riprese da fermo ed in movimento.
- Cavi – cavi e connettori extra sempre a portata di mano.
- Cavi snake – per ingressi microfonici multipli.
- Pads e attenuatori per il segnale di linea – Nel caso in cui non vi siano distorsioni microfoniche, gli attenuatori di linea abbassano il livello del segnale rendendolo più gestibile per il registratore.
- Riflettori parabolici – l’asta non è lunga abbastanza? Il microfono direzionale non è sufficiente? Un riflettore parabilico avvicinerà quel suono specifico a voi.
- Tacquino – imperativo prendere nota di ciò che si registra e con cosa.
- Nastro adesivo – se si pensa di usare dei lavalier usare il nastro adesivo telato per fissarli in maniera da minimizzare il fruscio dei vestiti.
- Nastri adesivi e fascette – i cavi vanno fissati per evitare rumori o per evitare di inciampare.
- Corde elastiche – per fissare più cavi ed evitare inciampi.
- Ricambi per anti-vento – Pezzi di ricambio per il boom pole o le aste e le sospensioni. Le cose si rompono sempre nel momento sbagliato.
- Attrezzi – cacciaviti, pinze, coltelli…tutto quello che riuscite a portare.
- Saldatore e stagno – per riparare piccoli danni.
- Valigetta del pronto soccorso.
- Batterie di riserva e caricabatterie – mai essere a corto di energia.
- Convertitore elettrico – il convertitore 12V/120V da la possibilità di usare l’accendisigari dell’auto come fonte di energia per caricare le batterie.
- Cuffie – le cuffie di riserva sono un dovere.
- Tappi auricolari – attenuare i suoni in cuffia specie quando si ha a che fare con suoni forti come pistole o esplosioni non è una cattiva idea.
- Guanti – fidatevi di questa dritta.
- Adattatori appropriati – tutto deve essere infilato in qualcosa. Assicurarsi di avere gli adattatori appropriati al proprio equipaggiamento.
- Acqua, cibo, ombrello, etc. – che non diventino la parte più ingombrante del kit, pensate solo a quello che sarebbe bello avere se dovesse servire.
Una volta che tutto è pronto, l’ultima, e più importante, procedura da eseguire è quella di controllare che tutto funzioni correttamente. E’ necessario testare ogni singolo elemento prima di andare. Caricare le batterie, testare cavi e connettori, fare prove di registrazione è vitale prima di uscire per la sessione di lavoro. L’obbiettivo è quello di non scoprire che qualcosa è fuori uso quando è troppo tardi. Ciò che stava buttato nell’armadio, l’attrezzatura noleggiata, trattata senza troppe cerimonie, anche il registratore che si è usato fino al giorno prima, possono smettere di funzionare per una serie infinita di ragioni. Danni, batterie o memory card non adeguate, collegamenti sbagliati, sono tutti inconvenienti che possono accadere da un momento all’altro, è bene predisporsi in maniera da prevenirli in tempo.
Tecniche di registrazione
Il field recording è estremamente non prevedibile, suoni fragorosi, suoni deboli o suoni con un larghissimo range dinamico, sono la norma nella maggior parte dei casi. Microfoni differenti catturano sfumature differenti dello stesso suono, alcuni devono essere ripresi da vicino, altri da una prospettiva più distante. Dopo ingenti investimenti di tempo e denaro per raggiungere la location con l’attrezzatura, bisogna avere la certezza che il tempo che si dedica alla registrazione sia ben speso, ci sono molte tecniche di registrazione che si possono mettere in atto per raddoppiare le chances di fare ottime riprese.
Riprese a due canali
- Registrare la sorgente con uno o più microfoni. Un microfono singolo, un paio o uno schieramento dello stesso tipo che vanno nei due canali tramite un mixer è un’ottimo modo per far sì che si possano registrare in maniera adeguata i suoni che non si ha avuto il modo di testare, suoni inaspettati o suoni con grande dinamica. Anche se potrebbe essere una maniera che crea ridondanza, registrare i due canali con differenti livelli di ingresso di linea, da la possibilità, in post-produzione, di scegliere tra due opzioni dello stesso suono. Avendo una differenza di 10-15dB tra i due canali, si può essere al riparo dalle distorsioni in uno dei due canali e si possono registrare suoni più soft ad un buon livello con l’altro. In fase di montaggio possono anche essere combinati per ottenere il meglio da tutti e due.
- Registrare destra/sinistra da un microfono stereo. Ad essere sinceri, per una registrazione realistica, a parte il binaurale, lo stereo è il metodo preferito. L’uomo ascolta simultaneamente versioni diverse dello stesso suono, anche i dialoghi. A meno che non si debba a registrare in mono per una registrazione specifica, registrare in stereo da molte più chances, infatti ricavare un mono dallo stereo è semplice, il contrario non da un risultato credibile. L’unico svantaggio sta nel fatto che non si possono usare i due canali separati, come nel primo esempio, ma vanno usati come se fossero un’unica traccia stereo.
- Registrare in doppio mono. Questo tipo di tecnica si attua assegnando due microfoni mono differenti ad ogni canale, questo metodo a differenza del primo crea meno ridondanza. I microfoni direzionale ed i lavalier, ad esempio, sono i migliori per riprendere la voce di un’attore sul set, ma tutti e due hanno delle problematiche che potrebbero insorgere. Registrarli contemporaneamente e separati su due canali, offre al montatore del suono una grande flessibilità, infatti si può scegliere quale usare in base al miglior volume, timbro e prospettiva. La maggior parte delle volte, il “miglior” suono proviene da un mix di entrambe le sorgenti. Registrare su telecamera e su registratore esterno. Spesso, quando si lavora congiunti con un operatore video, un buon metodo è quello di registrare contemporaneamente sia sulla telecamera che sul registratore esterno, anche se crea ridondanza, assicura un’ottimo riferimento per il sync con il video e da la possibilità al montatore del video di scegliere la traccia migliore.
Tecnica multi-canale
La tecnica multi-canale non è necessaria in tutte le occasioni ma, quando viene attuata, la possibilità di registrare su più piste offre una grande flessibilità. Come nell’esempio della registrazione a due canali la ridondanza cresce, ma cresce esponenzialmente anche la probabilità di ottenere registrazioni perfette. Aggiungendo tracce si ha la possibilità di catturare lo stesso suono da prospettive molto differenti tra loro, i limite è imposto solo dal numero di tracce e microfoni che si hanno a disposizione. Si può riprendere in surround, per avere un realismo incredibile o si può riprendere una moltitudine si suoni che avvengono nel medesimo istante, ad esempio registrare un’auto sportiva dal motore, dalla marmitta, dall’interno, dalle sospensioni o dalle ruote. Inoltre le tracce si possono sempre separare ed essere usate come singole. Avere nel proprio equipaggiamento la possibilità di registrare in multi-traccia e un’ottima arma da usare al momento del bisogno.
Questo è quanto.
Il field recording è una forma d’arte tutta particolare. Il pubblico aspetta sempre di sentire un suono di buona qualità, nei film, in televisione, in teatro e nei videogame e per i professionisti del mestiere è un tipo di sfida a cui non si può rinunciare, bisogna portare al pubblico un buon suono. E con un piano adeguato, la preparazione, la giusta scelta dell’equipaggiamento e le tecniche di registrazione, possiamo anche spettinarlo il pubblico! Non ostante si lavori in condizioni difficili con orari massacranti, la maggior parte dei field recordist torna sempre ad affrontare una nuova avventura. Inoltre avere la possibilità di salire su aerei da guerra, fare un giro su auto fuoriserie, sparare con armi anticarro e mitragliatrici, andare nel deserto selvaggio o semplicemente uscire da studio, vale il tempo che spendiamo fuori, con le cuffie che ci schiacciano la testa. Consiglio a chiunque di uscire, fare esperienza, lavorare duro ed essere orgogliosi per quello che si fà
Aaron Marks per Designingsound.org
Traduzione Mirko Perri