Traduco un’interessante ricerca sugli equalizzatori redatta da Samuel O’Sullivan e postata su TheProAudioFiles chiarisce il modo in cui lavorano i filtri che ci troviamo a usare ogni giorno.
Ho fatto un sacco di studi sui fitri linear-phase rispetto a quelli minimum-phase. Volevo capire le differenze e i possibili vantaggi/svantaggi che uno tipo equalizzazione può avere sull’altro in particolari situazioni. Ho scoperto di non essere solo in questa ricerca. Tuttavia, c’è pochissima documentazione sui filtri linear-phase e su come lavorano nell’ elaborazione dell’audio.
Ci sono alcune domande molto semplici a cui bisognerebbe dare risposta, ma sembra quasi che queste informazioni siano omesse di proposito dalle schede tecniche dei prodotti.
“Qual è la necessita dell’equalizzazione linear-fase?”
“Che cosa è la linear-phase, e come si rapporta ad un EQ minimum-phase?
“Perché gli EQ linear-phase sono esclusivamente indirizzati al mastering?”
“Potrebbe esistere un EQ linear-phase hardware? Perché o perché no?”
La frase più gettonata su Google per la ricerca sui filtri EQ è: “linear-phase explained” ma i risultati sono molto scarsi ancora. Infatti non ostante la ricerca mi sono trovato con un pugno di mosche in mano e così mi sono detto “al diavolo!” e ho cominciato a sperimentare per conto mio.
Ho creato una nuova sessione Pro Tools con un generatore di segnale ad 1 kHz, ho duplicato il segnale su due linee diverse, su una ho messo in insert un EQ minimum-phase e sull’altra un EQ line-phase. Ho registrato i segnali e sono rimasto molto colpito dalle differenze che si udivano agendo sulle stesse bande o sulla singola frequenza.
Non ostante la stessa sorgente i due tipi di filtri restituiscono sempre risultati completamente diversi. Ecco cosa ho trovato:
EQ Analogici
In tutti gli equalizzatori analogici le bande che vengono tagliate o enfatizzate subiscono un cambiamento di fase, la cosa accade per via della latenza che viene introdotta sulle bande processate rispetto a quelle che rimangono inalterate. La cosa è inevitabile, siccome i produttori cercano di diminuire al massimo la latenza (a meno che il suono che produce non sia gradevole e diventi caratteristico del prodotto) vengono chiamati EQ minimum-phase.
EQ Digitali
La maggior parte degli equalizzatori digitali hanno algoritmi che sono stati creati in base agli EQ minimum-phase, ciò perchè nel mondo analogico questo tipo di filtri sono i più diffusi, rispetto ai plug-in non hanno problemi di latenza e ciò li rende ottimi per il grande mercato dei simulatori analogici. Questi algoritmi sono digitali e ciò fa si che possono essere scritti per ricreare fedelmente il processo di latenza delle bande dei filtri analogici e il loro successivo recupero, mantenendo così la filosofia del minimum-phase.
EQ Linear Phase
Il modo in cui sono configurati gli algoritmi nei filtri linear-phase è completamente diverso rispetto ai precedenti.
I linear-phase sono esattamente come suggerisce la parola:lineari. Nel momento che si variano le frequenze l’EQ riallinea esattamente la fase. Questa cosa è possibile solo nel dominio digitale. In questo modo l’ampiezza della forma d’onda rimane quasi intatta rispetta allo stesso intervento fatto con un filtro minimum-phase che, in alcuni casi, può alterare drasticamente l’ampiezza (dipende dal grado di spostamento della fase).
Questi risultati danno la possibilità ai filtri EQ di intervenire sul carattere delle armoniche senza alterare troppo il livello complessivo del suono, ciò li rende perfetti per la pratica di mastering (il motivo per cui il marketing di questi prodotti tende ai tecnici del mastering)
Di seguito alcuni video comparativi degli EQ minimum-phase e linear-phase: