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Field recording urbano

Eric Cator – The sound recordist – 2008

Di seguito la traduzione di un’articolo dedicato all’urban field recording postato su Suite101.com

La tecnologia ha reso la registrazione in territorio urbano molto più semplice, ma l’expertise in quanto a field recording è essenziale per avere buone registrazioni dalla strada.

Gli appassionati di field recording registrano il panorama sonoro urbano per molte ragioni, dalla semplice sonorizzazione di podcast fino alla documentazione del cambiamento che avviene nel soundscape urbano. La registrazione digitale, le tecniche binaurali o i microfoni stereo su corpo unico hanno decisamente risolto molti dei problemi tecnici che impedivano buone registrazioni, ma, ancora, ciò che fa la differenza per ricavare registrazioni sensate all’ascolto è l’esperienza nel field recording.

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Librerie effetti sonori – Surround ambiences

marsE’ pronta una nuova pregiatissima release su surround-ambiences.com. Spring Marsh Hd 5.0 è una meravigliosa collezione di landscape naturali catturati durante la primavera nel cuore della toscana, le zone paludose di Diaccia Botrona e Padule di Fucecchio, regalano ai microfoni di Gabriele Fasano, autore dell’opera, un concerto di fauna acquatica memorabile. Gli ambienti sono ripresi in formato 5.0 ricavato da un set Doppio MS composto con Sennheiser MKH8050 sul fronte, MKH30 come side, MKH8040 come retro e registrato con preamplificatori RME Quadmic. La silenziosità del sistema di registrazione scelto restituisce una notevole naturalezza ai paesaggi sonori registrati e rendono questa libreria un “must have”.

Spring marsh 5.0 è un pacchetto di 3,28Gb, il suono registrat0 a 96Khz 24bit, al prezzo di 30€. Maggiori dettagli qui

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Distanziamento del suono

Riporto la traduzione di un’articolo di Javier Zumer

Quotidianamente, nel lavoro di post produzione sonora, ci troviamo spesso difronte questa situazione: Si vuole inserire nella scena un suono preso da una libreria o realizzato da un foley artist, ma non ostante il suono in se funzioni, non è credibile nel all’interno della scena, sembra innaturale.

Il problema si trova nel posizionamento acustico. Spesso cerchiamo di inserire effetti sonori che sono stati ripresi su un piano acustico differente. In molte occasioni abbiamo a che fare con un suono asciutto che suona in faccia (anche se questa è la situazione ideale). Questo tipo di suoni potrebbe non essere il massimo per restituire veridicità in un determinato contesto. E ciò accade sopratutto quando cerchiamo di inserirlo in profondità, dietro il primo piano sonoro.

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Registrare effetti sonori in 5, 6, 8 o più tracce?

Riporto un’articolo di Randy Thom pubblicato su designingsound.org

Quando viene progettato il set di un film, lo scenografo cerca di usare il più possibile ciò che offre la location cercando però di evitare che ciò che esiste in quei luoghi possa in qualche modo forzarlo a scelte non desiderate. Il direttore della fotografia di solito decide cosa e come girare con lo stesso approccio. Il regista potrebbe volere delle persone locali in scena, ma probabilmente non gli affiderebbe mai un ruolo da protagonista.

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La registrazione stereo M/S in produzione e post-produzione

Un’articolo dal blog di  Martin Pinsonnault sulla tecnica di registrazione M/S

Non ostante il fatto che la pratica e la teoria della registrazione stereofonica M/S esista
da più di 50 anni, molte persone sono ancora riluttanti nell’utilizzo regolare di questa tecnica durante la produzione o la post-produzione, specialmente durante la fase di editing e mix del suono. Recenti sviluppi nei software di post-produzione, insieme all’aumento della potenza di calcolo dei DSP, facilitano molto l’integrazione di questo tipo di registrazione nel workflow di lavoro.

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Psicoacustica: Falsificare lo spazio

Riporto la traduzione di un’articolo di Shaun Farley su designingsound.org che spiega nel dettaglio un’utilissima tecnica di spazializzazione.

Quando si lavora alla spazializzazione del suono, mettere plug-in di riverbero a volte può essere faticoso, in quanto (benché meravigliosi) sono grandi consumatori di DSP.  A volte per ricreare un’effetto, anche semplice, risultano essere onerosi in maniera eccessiva per la macchina e possono anche richiedere tanto tempo per la configurazione dei parametri, specie se si tratta di imitare uno spazio aperto. Ho pensato che fosse utile condividere un trucco che uso per risolvere queste problematiche. Un metodo di spazializzazione che incide quasi nulla sui DSP e ci permette di “falsificare lo spazio”. Mi spiego. Non ci accingeremo a emulare un riverbero tradizionale, ma cercheremo di aggiungere un lieve senso di spazializzazione ai i suoni con cui lavoriamo. Andremo ad aggiungere un po di presenza tipica delle piste multicanale per meglio contestualizzarli nel mondo. Prima di addentrarci nella pratica della cosa, ripassiamo un po di scienza!

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Room-tone = Emotional tone, l’importanza di ascoltare gli ambienti

Riporto la traduzione di un’articolo di Mike Taylor postato su Designing sound

Ovunque stiate mentre leggete questo articolo, fermatevi e ascoltate l’ambiente in cui vi trovate. Cosa sentite?  Una forte tentazione potrebbe essere quella di rispondere “niente”, ma la complessa cacofonia del mondo intorno si combina e si fonde con lo spazio in cui vi trovate creando il suono di una location specifica. Il suono di cio che vi circonda nell’immediato è generato da qualsiasi tipo di sorgenti come ronzii elettrici, tubi dell’acqua, traffico, i vicini, il tempo atmosferico o gli animali selvatici. Non ostante risultino indistinti dal vostro punto di vista, questi suoni si stanno ancora debolmente facendo strada nella stanza, filtrati e riverberati dall’arredamento che li distorce e li consegna al vostro orecchio come un intangibile “room tone”.  E’ quel suono relativamente debole che le persone identificano come “silenzio” (Probabilmente perché non hanno mai provato a farci delle registrazioni sopra!)

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